Microbioma ed Alzheimer
Il nostro microbioma, ovvero l’insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microrganismi presenti nel nostro corpo, influenza notevolmente la nostra salute e la maniera in cui invecchiamo. E’ stato infatti osservato che il graduale declino della risposta immuno-umorale e cellulo-mediata, provocata dall’invecchiamento delle nostro difese immunitarie, contribuisce allo sviluppo di citochine proinfiammatorie, fattori importanti di necrosi tumorale a (TFNa) con conseguente e rischioso sviluppo di un processo infiammatorio a livello cerebrale.
Oggi abbiamo delle novità in relazione al microbioma, in quanto sono stati rilevati dei batteri asintomatici in aree prima reputate sterili. Tali batteri risultano “immuno-tollerati” e possono gradualmente proliferare anche altrove, in zone del corpo come, ad esempio, la bocca, suscitando una risposta infiammatoria cronica a livello cerebrale.
La supposizione che sia l’infiammazione cerebrale a scatenare la cascata di eventi neuropatologici tipici dei disturbi cognitivi non è nuova, ma si era già osservato e considerato che, in condiziooni normali, la produzione di amiloide sarebbe una risposta di difesa contro l’infezione stessa. Ecco perché i recenti studi epidemiologii, sperimentali, genetici ed ambientali mettono in relazione la flora batterica e la malattia di Alzheimer, aprendo nuove vie di ricerca per la prevenzione ed il trattamento dei disturbi cognitivi.