Il cervello dei ventenni ci rivela l’origine del morbo di Alzheimer

Importanti novità sono giunte dagli Stati Uniti, più precisamente dalla Northwestern University, dove alcuni ricercatori hanno rilevato che la proteina ß-
amiloide, causa delle malattie neurodegenerative quali Alzheimer, inizia ad accumularsi in determinate zone del cervello già a partire dai vent’anni.
Per tale scopo sono stati analizzati, attraverso l’uso di tecniche di immuno istochimica, 13 cervelli giovani, cognitivamente intatti, 16 cervelli senili non dementi e
21 anziani affetti da Alzheimer: ciò che si è osservato è che, indipendentemente dal decadimento cognitivo, nelle cellule colinergiche del proencefalo basale (ma non
in altre zone) si riscontra un accumulo di amiloide con placche più grandi a seconda dell’età del soggetto. Sono proprio le placche generate dall’accumulo della
proteina ß-Amiloide, insieme agli ammassi neurofibrillari causati dalla degenerazione della proteina Tau, a determinare la neuro infiammazione che sta alla base del
decadimento cognitivo dell’individuo.
Grazie a queste ricerche, si è più coscienti del progredire della malattia che, ora lo sappiamo, inizia proprio dai neuroni colinergici. Non a caso, già terapie precedenti approvate per il rallentamento della malattia e del decadimento cognitivo si basavano sulla sintesi e sul rilascio dell’acetilcolina, neurotrasmettitore prodotto proprio dai neuroni colinergici.
La ricerca è ora entusiasmata da questo importante passo avanti, e già si prevede che individuare l’inizio del percorso patologico e posticiparne l’insorgenza di soli 5 anni porterebbe ad una diminuzione del 50% nella prevalenza della demenza.