I super anziani, Domus Santa Rita
L’Alzheimer è una delle malattie più temute degli ultimi tempi, capace di invalidare progressivamente l’individuo fino a comprometterne l’autosufficienza e, nei casi più gravi, persino
la vita. Il tasso di incidenza del morbo di Alzheimer copre una fetta notevole della popolazione al di sopra dei 65 anni, e tale dato è destinato ad aumentare insieme al progressivo
invecchiamento della popolazione.
Nonostante ciò, esistono persone che, anche ad ottanta anni, non conoscono il declino cognitivo ma conservano perfettamente le loro facoltà fisiche e mentali, quasi come se non
avessero mai superato i cinquant’anni. Lo conferma uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience dai ricercatori della Northwestern University Feinberg School of
Medicine di Chicago, che hanno cercato di comprendere il motivo per cui questi individui siano riusciti a combattere l’invecchiamento cognitivo, allo scopo di sviluppare un
trattamento efficace contro la demenza.
La ricerca si è svolta con l’ausilio di trentuno “super anziani” che mostravano le facoltà cognitive di una persona di cinquant’anni, ed ha portato alla luce che questa loro capacità di
resistere al declino mnemonico è dovuta alla combinazione di tre fattori: corteccia cingolata anteriore più spessa, ridotta presenza di grovigli neurofibrillari e maggior numero di
neuroni, che trasmettono le informazioni tra le varie zone cerebrali.
Questa scoperta può portare a conseguenze importantissime nell’ambito della lotta all’Alzheimer, perché potrebbe consentire lo sviluppo di strategie utili alla crescente popolazione
di anziani per conservare le loro funzioni cognitive o addirittura capaci di portare a terapie per il trattamento di alcune forme di demenza.