DOMUS SANTA RITA: CASA DI CURA ALZHEIMER, ROMA

Quando si va avanti con l’età, “perdere qualche colpo” fa normalmente parte del nostro processo vitale e non ci impedisce di continuare a vivere la nostra vita, di godere dei nostri affetti e di avere momenti belli e piacevoli, nel mondo che nel corso della nostra esistenza abbiamo costruito.
Ma se tutto ciò svanisse?
L’Alzheimer è la più subdola delle malattie, non solo perché va a colpire importanti funzioni cognitive, distruggendo la quotidianità, i rapporti sociali e l’indipendenza dell’individuo, ma anche perché agisce soprattutto sul tesoro della vecchiaia: la memoria, i ricordi e gli affetti che ti circondano.
I sintomi possono variare a seconda del soggetto, ma le prime avvisaglie, in genere, sono da ricercarsi proprio in una significativa perdita della memoria, che parte da semplici amnesie per arrivare a lacune sempre più profonde ed estese. Pare che tutto ciò sia causato dall’alterazione dell’elaborazione di una proteina celebrale, la APP (proteina precursore di beta amiloide) che porta all’accumulo di una sostanza tossica (la beta amiloide, appunto) responsabile della degenerazione delle sinapsi e della trasmissione del segnale nervoso. La perdita di neuroni in aree cruciali, come nell’ippocampo e nella corteccia implicata nei processi cognitivi, è progressiva con l’avanzare della malattia e porta ad altri disturbi che vanno ad aggiungersi alla perdita di memoria: difficoltà nei realizzare le più semplici azioni quotidiane, perdita della corretta espressione verbale dei pensieri, impoverimento generale del linguaggio, disorientamento spazio-temporale. Spesso si verifica anche un’alterazione della personalità con conseguenze sociali abbastanza forti: l’individuo è meno interessato a ciò che lo ha sempre appassionato, nutre sospettosità nei confronti degli altri poichè non è in grado di percepire le sue dimenticanze e disattenzioni ed è convinto che gli altri sbaglino nel ritenerlo disagiato.
Ciò che è problematico è il fatto che tali sintomi, spesso, vengano confusi con manifestazioni di un naturale invecchiamento, oppure con lo stress o la depressione, ragione per cui purtroppo si va ad agire con un ritardo di un anno o due, quando la malattia ha fatto già buona parte del suo corso. Perciò è importante tenersi informati, non dare nulla per scontato e soprattutto prevenire con le giuste terapie per assicurare all’individuo la serenità che merita.
L’Alzheimer colpisce un fascio d’età che va da prima dei 65 anni (demenza presenile) a quella successiva (demenza senile) e generalmente si manifesta in modo sporadico; soltanto nell’1% dei casi la malattia è causata da un gene alterato che ne determina la trasmissione da una generazione all’altra.
Una delle conseguenze più difficili da affrontare è proprio l’impatto emotivo e sociale che comporta: assistere un malato di Alzheimer richiede un grandissimo impegno e una dose dispendiosissima di attenzioni, cure, pazienza, emotività e denaro, risorse che, giorno dopo giorno consuma anche il volontario più disponibile. Inutile tentare di combattere da soli: casi come questi necessitano anche più di un appoggio e ciò non è da vedere come una sconfitta, quanto come una maniera responsabile e ragionevole di affrontare la malattia e di garantire una migliore qualità della vita del malato e di chi lo accudisce.
La prima cosa da fare, dunque, è informarsi sulla patologia e chiedere aiuto alle strutture adibite all’assistenza ai malati di Alzheimer, oggi presenti in tutta Italia.
Domus Santa Rita, situata nel comune di Ardea a Roma, è una casa di cura ben attrezzata, in grado di fornire assistenza e sostegno alle persone affette da Alzheimer, grazie all’ambiente familiare e accogliente, al personale specializzato e all’applicazione di terapie e cure utili a prevenire o contrastare gli effetti della patologia.
Non sono ancora disponibili terapie risolutive del morbo dell’Alzheimer, poiché si tratta di una battaglia ancora aperta, ma esistono farmaci che aiutano a rallentarne gli effetti, intervenendo su vari aspetti della malattia e soprattutto sui neurotrasmettitori: è il caso della Memantina, un farmaco che aumenta in particolare l’acetilcolina, un neurotrasmettitore che permette di conservare in parte le facoltà cognitive.
Le terapie sono incentrate anche su altri aspetti colpiti dalla malattia, dunque il personale di Domus Santa Rita opererà sui pazienti anche con interventi comportamentali, di supporto psico-sociale e di training cognitivo, per salvaguardare le capacità mentali e migliorare la gestione dei sintomi. Particolarmente efficaci e benefiche sono le soluzioni di musicoterapia e arteterapia, così come una regolare attività motoria, il benessere fisico, il contatto sociale ecc.
Le vittime dell’Alzheimer, però, non sono mai soltanto i malati, ma anche i parenti, i cosiddetti “caregivers”, il cui ruolo è essenziale ma anche difficile e spesso doloroso. La Domus Santa Rita accoglie tutte le famiglie bisognose di supporto, tecnico o psicologico che sia, mettendo al loro servizio tutta la professionalità, la competenza e l’affetto di cui sono capaci.
Chi soffre di Alzheimer purtroppo dimentica, ma la casa di cura Domus Santa Rita non dimentica i malati e persegue lo scopo di rendere ogni giorno un’esperienza piacevole, bella, gioiosa; da ricordare!