Demenza senile diagnosi
La demenza senile rappresenta una delle minacce più temute dell’ultimo secolo, in quanto colpisce una notevole fetta della popolazione over 65, una percentuale che, a giudicare dalle previsioni, è destinata ad aumentare esponenzialmente.
La ricerca, fortunatamente, sta dando dei segni positivi, e sarà forse possibile, in futuro, diagnosticare in maniera precoce la demenza senile, così da prevenire una complicanza o, meglio, il disturbo stesso. Ciò che ci fa ben sperare è una ricerca europea coordinata da ricercatori della III Clinica neurologica dell’Università di Firenze, che ha portato alla scoperta di un legame tra alcune alterazioni della sostanza bianca dei cervello e i primi segnali del disturbo, ovvero i vuoti di memoria, la mancanza d’equilibrio, la depressione, il rallentamento dei movimenti e così via. Si tratta di segnali che si presentano anche nel normale processo di invecchiamento, ma in forma più grave sono rintracciabili in 1/3 di essi e la ricerca ha appunto rilevato che tali alterazioni, riconscibili mediante apparecchi sofisticati di Risonanza Magnetica e Tac, sono causa di un aumento considerevole dei disturbi senili.
Per la prima volta, dunque, si sono riconosciuti i segni precoci della demenza che, si è calcolato, hanno un progresso graduale che può durare anche 20 anni prima che si manifestino chiaramente i sintomi del disturbo.
Dati i risultati, si può ipotizzare che le alterazioni celebrari siano causate da un mancato afflusso di sangue; è assodato che il problema si deve per il 60 % all’ipertensione, quindi è consigliabile prevenirla e curarla in maniera aggressiva, in attesa che la ricerca si concluda e porti risposte più esaustive.