Anziani e sport contro l’Alzheimer

Data la mancanza di una cura effettiva, la strada della prevenzione è senza dubbio quella più battuta nel caso di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer: si punta soprattutto
sull’alimentazione, sull’esercizio fisico e su uno stile di vita sano, capace di preservarci non soltanto nel fisico ma anche nella mente.
Sappiamo ormai tutti, infatti, di quanto tenersi in attività possa fare bene al nostro organismo ed al nostro cervello, ma in quale misura? Se ne sono occupati i ricercatori della UCLA
(Università della California, Los Angeles) in uno studio capace di correlare i vantaggi di diversi tipi di attività fisica con la riduzione del rischio di Alzheimer. Differentemente dalle altre
ricerche, infatti, come ci informa il responsabile dello studio Cyrus Raji, non si sono limitati ad indagare l’influenza sul cervello di un certo tipo di attività fisica, ma hanno preso in
considerazione una gamma amplissima di attività, dal giardinaggio al nuoto, dal tennis al golf alla danza.
Ne è risultato che coloro che presentavano un aumento del volume cerebrale a seguito di una maggior quantità di attività fisica, denotavano anche una riduzione del 50% del
rischio di sviluppare malattie neurodegenerative per i cinque anni successivi, mentre i partecipanti allo studio con un lieve deterioramento cognitivo, attraverso le varie attività,
subivano una minore atrofia cerebrale.
Si tratta di risultati importanti, che portano alla consapevolezza di quanto l’impegno in un’attività sportiva possa migliorare le condizioni di individui affetti da MCI o Alzheimer. Ciò
dovrebbe portare a provvedimenti rilevanti circa le terapie da adottare nel caso di soggetti affetti da malattie neurodegenerative, ma è anche una pratica importante per chi vuole
mantenersi in salute e conservare nel miglior modo possibile il proprio corpo e la propria mente.