ALZHEIMER L’urgenza di una cura
Conosciamo ormai fin troppo bene i preoccupanti dati che riguardano il morbo d’Alzheimer, dati che incentivano la ricerca e che ci fanno comprendere l’importanza di trovare una cura al più presto. Tra circa quarant’anni, infatti, la percentuale degli individui colpiti dal morbo e da altre demenze sarà tre volte superiore a quello odierno, a giudicare dalle stime, e questo comporterà un costo notevole, non solo dal punto di vista sociale ma anche in termini economici. Per tenersi preparati a questa emergenza, i membri del G8 (Francia, Germania, Italia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti,Giappone, Canada) hanno fissato il 2025 come termine entro il quale individuare una cura o una terapia che risolva o almeno modifichi il decorso della malattia.
Non siamo ancora sicuri se tale obiettivo sarà raggiunto, ma è anche vero che la ricerca, negli ultimi tempi, sta facendo passi da gigante ed ha elaborato indagini sempre più raffinate ed efficaci con cui riconoscere i primi segni della malattia.
Molto è stato fatto anche per i caregivers, ovvero coloro che si ritrovano a dover occuparsi di un familiare non più autosufficiente, a causa del morbo, e che spesso sono costretti a rinunciare alla loro vita per le difficoltà organizzative e le conseguenze economiche. Si insegna, perciò, alle famiglie come comportarsi con il paziente e soprattutto si invita a chiedere aiuto qualora l’onere risulti eccessivo, affidandosi ad istituti di assistenza ben attrezzati e dotati di un personale specializzato, quali la Domus S. Rita ad Ardea(Roma).
Mentre aspettiamo che la ricerca ci porti i risultati tanto attesi, vogliamo ricordare che esistono dei modi per ritardare il più possibile l’insorgere della malattia: leggete, fate sport, ascoltate musica,viaggiate! Usate e allenate il più possibile le vostre facoltà fisiche ed intellettuali, ed esse cercheranno di non abbandonarvi mai.