Alzheimer, i primi sintomi
L’Alzheimer è conosciuto come un processo degenerativo che porta alla distruzione progressiva delle cellule cerebrali, con relativi disturbi e sintomi che si fanno più
accentuati man mano che la malattia avanza, fino ad interferire in maniera importante nelle più comuni attività quotidiane.
Nonostante le differenze che possono intercorrere tra diversi soggetti, il sintomo più precoce ed evidente è la perdita della memoria: inizialmente lieve, poi sempre
più importante ed estesa, cancella gradualmente i ricordi del malato, portandolo a non riconoscere più nulla di ciò che gli era familiare.
La perdita della memoria, infatti, è l’espressione più immediata della perdita di materia grigia nel cervello e in particolare di aree cruciali per la memoria, come
l’ippocampo.
A questo sintomi si accompagnano anche altre manifestazioni del morbo, tra cui disturbi del linguaggio, impoverimento verbale, difficoltà nell’espressione dei propri
pensieri, perdita di autonomia, spesso persino disorientamento spaziale e/o temporale.
Altro allarme molto importante di cui tenere conto è la possibile alterazione della personalità: l’anziano si mostra meno interessato a ciò che prima trovava
appassionante, come il proprio lavoro o gli hobby di cui si occupava, ma tende piuttosto ad essere ripetitivo e ridotto nelle capacità di giudizio.
L’insieme di questi fattori rende l’individuo sospettoso nei confronti delle persone che lo circondano, spesso accusate di nascondere oggetti che il malato non sa
trovare o giudicate colpevoli, ingiustificatamente, di mancate attenzioni o di maltrattamenti.
Nonostante i sintomi dell’Alzheimer risultino evidenti ad un occhio esperto, oggi per le famiglie è ancora difficile riuscire a distinguere con chiarezza i segnali
d’allarme, spesso attribuiti all’invecchiamento, allo stress ed alla depressione, e soltanto a distanza di uno o due anni dall’esordio della malattia ci si rivolge a
degli specialisti.