Alzheimer e Parkinson, nuovi metodi di diagnosi

E’ tutta italiana la scoperta di un nuovo metodo capace di apportare un notevole progresso nell’ambito della diagnosi e della cura di malattie neurodegenerative, quali Alzheimer e
Parkinson. Si tratta di un sistema innovativo ideato da un team di scienziati composto da Giuseppe Maulucci e Marco De Spirito che, in collaborazione con l’Università Cattolica di
Roma, hanno condotto uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Autophagy, studio che potrebbe aiutare la comprensione, la diagnosi e la cura delle malattie
neurodegenerative.
Il metodo ideato dal team italiano si basa sulla tracciatura del transito dei rifiuti cellulari, il cui accumulo è legato proprio alle malattie come l’Alzheimer, e si avvale di una proteina
fluorescente che cambia colore in base all’acidità dell’ambiente. Attaccata alle vescicole che racchiudono e gestiscono il transito dei rifiuti cellulari verso la zona di degradazione dei
rifiuti cellulari, la proteina è inizialmente di colore giallo, per poi assumere un colore rosso quando le vescicole raggiungono la zona dei lisosomi. Tali cambiamenti cromatici, ben
visibili con un microscopio a fluorescenza, offrono informazioni utili a comprendere se il processo di riciclaggio sia efficiente o se sono presenti anomalie nel meccanismo.
Grazie a questa scoperta, il flusso dei rifiuti cellulari potrà essere rapidamente determinato e si potrà così associare la metodica a strategie utili a modulare questi processi. In
questo modo, sarà possibile monitorare con alta precisione l’effetto su cellule e tessuti, ed eventualmente sviluppare terapie per patologie collegate a difetti funzionali nel processo
di smaltimento e riciclo dei materiali cellulari.