Alzheimer, dopo i 65 il rischio aumenta

E’ stato osservato da studi recenti che la capacità da parte del cervello di eliminare frammenti di proteina tossica associata all’Alzheimer è molto ridotta nelle persone anziane, al punto che, a seguito dei 65 anni, il rischio di sviluppare il morbo raddoppia ogni 5 anni.
Lo studio è stato effettuato dai ricercatori della Washington Univerity St. Louis, che hanno spiegato come il cervello delle persone più anziane impieghi molto tempo per sgombrare il campo dalla famigerata beta-amiloide 42, responsabile principale della malattia di Alzheimer.
La ricerca ha coinvolto anche soggetti di 30 anni, che impiegano circa 4 ore per eliminare la metà della proteina amiloide dal cervello, contrariamente agli ottantenni, che ne impiegano più di 10.
Il nostro cervello ha quattro modalità di smaltimento della beta amiloide: spostandole nella spina dorsale attraverso la barriera emato-encefalica, dissolvendole, assorbendole con altre proteine oppure depositandole in placche. In più studi si è potuto osservare che la beta amiloide 42 ha molte più probabilità di aggregarsi in placche, distruggendo così le funzioni cerebrali, come la comunicazione tra le cellule.
Ci si augura quindi di identificare quale delle prime tre modalità di smaltimento di beta amiloide rallenta con l’invecchiamento, così da poter sviluppare trattamenti nuovi e più efficaci.